Romanzo ambientato a Ribolla, racconta la storia di una famiglia – marito, moglie, tre figli, due maschi e una femmina – emigrati dalle campagne dell’Aretino in cerca di un lavoro economicamente più sicuro. Eraldo, il capofamiglia, è assunto nella miniera della Montecatini come minatore. E’ partito da solo, ha trovato lavoro, poi si è fatto raggiungere dalla moglie Irma e dai tre figli, Laura, Bruno e Michele. A Ribolla, hanno incontrato quasi subito una coppia di sposi, Gino e Mara, che da sempre vivono nel paese. Più anziani, senza figli, i due si prendono cura di Eraldo e dei suoi familiari, stringendo un’amicizia che si rivelerà solida, durante l’intero anno in cui si consuma la storia narrata. E’ maggio 1953, all’indomani dell’arresto di 44 minatori, rei di aver occupato il Pozzo Raffo. Nessuno può saperlo, ma è in arrivo un anno difficile, ricco d’insidie, paure, speranze e delusioni per tutti. La miniera è pericolosa. Per risparmiare sui costi, si è ridotta drasticamente la sicurezza. Fra i minatori e le famiglie serpeggia la paura. Eraldo e Gino lavorano allo scavo di una discenderia, dove avviene un’esplosione nel mese di luglio. Il cantiere viene chiuso e i due assegnati all’estrazione nel pericoloso Pozzo Camorra. Il clima in paese peggiora. Ci sono spie dappertutto, fra i minatori, i sorveglianti, la gente comune. Irma decide di iscriversi alle “Amiche dei minatori”, un’associazione femminile non politicizzata, che in certe circostanze si unisce all’azione dei Sindacati e con successo. Ma la Direzione della miniera fa il gioco duro. Eraldo viene incastrato dal capo del personale, che gli chiede di fare la spia, ricattandolo, dopo avergli concesso le ferie nelle Festività natalizie. Si arriva anche a parlare di sabotaggi. In questo contesto, Laura, la figlia maggiore, si innamora di Antonio Rolandi, un manovale che viene assegnato proprio a Eraldo come aiuto. In casa non sanno niente e Laura deve faticare per trattenere la paura, non farsi accorgere della